L’AQUILA – Sulla vicenda del manufatto sequestrato in via Di Vincenzo e realizzato dalla ditta “Del Beato” dalla Procura della Repubblica interviene l’assessore del Comune dell’Aquila con delega alle attività produttive Marco Fanfani che afferma di essere stato ascoltato dai giudici su sua richiesta.
“Nell’occasione – ha dichiarato Fanfani – ho ribadito il ruolo svolto nella mia qualità e nelle mie prerogative di assessore, che nulla comportano nell’iter autorizzativo amministrativo. La posizione del Comune dell’Aquila è pertanto quella di parte lesa rispetto a questa vicenda”.
“Ho altresì fornito gli elementi chiarificatori in ordine alla tempestiva segnalazione volta a verificare la regolarità del manufatto. Il colloquio si è svolto in un clima di sereno e collaborativo confronto”.
“Ribadisco la mia piena fiducia nella magistratura, convinto altresì della correttezza dell’operato dei miei uffici, e la mia assoluta serenità rispetto alla vicenda, che spero possa chiarirsi nel più breve tempo possibile”.
La struttura, secondo i magistrati, sarebbe priva dei requisiti di provvisorietà, come invece previsto dalla delibera 57 del Comune dell’Aquila.
Per la vicenda sono indagate dodici persone: oltre a Fanfani coinvolto anche l’assessore alle Opere pubbliche Ermanno Lisi.
Analoghi provvedimenti per il comandante della polizia municipale, Eugenio Vendrame, Aldo del Beato, proprietario del terreno e amministratore unico della ditta esecutrice “Aldo del Beato & Company srl”, Marco Del Beato, direttore tecnico e direttore dei lavori della stessa ditta, Rosa Dorotea Margiassi, contitolare della ditta Del Beato, Giorgio Del Beato, procuratore generale della stessa ditta, Marzia Del Beato con analoga qualifica.
E ancora: Carlo Bolino e Renato Amorosi, dirigenti del settore Opere Pubbliche, Lucio Nardis, dirigente dello sportello unico per le attività produttive e Tiziana Moro, membro della conferenza dei servizi in rappresentanza dell’ufficio tecnico del Comune.
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