“DA MARSILIO MANIA PROTAGONISMO E PROPAGANDA”, COSTITUZIONALISTA: “SUA ORDINANZA ILLEGITTIMA”

10 Dicembre 2020 08:05

Regione - Abruzzo, Politica

L’AQUILA – C’è una evidente mania di protagonismo da parte del presidente della Regione (non del “governatore”, quelli c’erano nel Cinquecento): è chiaro che Marsilio non ha molto da pensare, perché questa sua ordinanza è una chiara sovrapposizione ai poteri dello Stato visto che la competenza non gli appartiene assolutamente”.

Boccia sia in punto di diritto sia politicamente, il professore emerito di diritto pubblico della Università di Teramo Carlo Di Marco, la ordinanza con la quale l’Abruzzo torna dalla zona arancione alla rossa, emessa del presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia e impugnata dal governo nazionale davanti al Tar dell’Aquila che oggi dovrebbe pronunciarsi sulla sospensiva. Il costituzionalista abruzzese è molto duro nei confronto l’esponente meloniano.

“Dire ‘ho emanato una ordinanza perché i dati epidemiologici sono diversi’ non è sinonimo di correttezza istituzionale e conoscenza delle regole più elementari del proprio mandato, Marsilio deve capire che non c’è uno Stato nello Stato – prosegue il prof Di Marco -. Lo Stato centrale ha organizzato una cabina di regia che deve accertare sulla base delle valutazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale la assegnazione di una zona alle regioni. Non vale quindi affermare che c’è una peculiarità della situazione sanitaria in Abruzzo: il tema della salute pubblica e della grande emergenza innescata dalla pandemia è di competenza statale”.





Per Di Marco, “tra l’altro l’azione di Marsilio costituisce un precedente pericoloso: se lo Stato rimanesse inerme davanti alla sua scelta, finirebbe indirettamente per dimostrare che le Regioni possano fare quello che vogliono. Esiste invece nell’articolo 5 della Costituzione un principio incomprimibile e immodificabile nel quale viene affermato chiaramente che la Repubblica è una e indivisibile”.

“C’è anche un altro aspetto importante in questa vicenda, si possono avere tutte le opinioni diverse che si vuole, ma le ordinanze di un ministro e di un presidente hanno differenze sostanziali: mentre un ministro (quindi il Governo) resta sotto il controllo del Parlamento, Marsilio ci deve spiegare a chi risponde politicamente con questa sua ordinanza, non certo al Parlamento quindi la sua decisione non è controllabile da una istituzione che rappresenta la collettività sovrana. La responsabilità politica di Marsilio non è controllabile da nessuno – spiega ancora.

Ieri, il docente emerito di diritto pubblico dell’ateneo teramano, aveva ipotizzato un “calcolo” dei tempi della Giustizia amministrativa da parte di Marsilio che avrebbero potuto portare ad un pronunciamento dopo il ritorno ufficiale dell’Abruzzo in zona arancione. Ma poi in serata le cose sono cambiate e il presidente del Tar L’Aquila, Umberto Realfonzo, potrebbe decidere d’urgenza oggi.





“E’ evidente che il presidente si è reso protagonista di questa sortita propagandistica fidando sul fatto che i tempi della magistratura amministrativa non sarebbero stati sufficienti per avere un giudizio prima che scadano i termini per l’Abruzzo in riferimento ad una revisione della zona da parte della cabina di regia – spiega il prof.

L’Abruzzo, su ordinanza di Marsilio, è da lunedì in zona arancione: per domani è in programma la riunione del Cts che verifica i parametri epidemiologici delle Regioni per poi proporre alla cabina di regia la revisione delle zone con l’inasprimento o la mitigazione delle restrizioni che entreranno in vigore domenica.

“In riferimento alla impugnativa del governo davanti al Tar, esiste certamente un problema di tempi. Sembra chiaro che quando Marsilio ha adottato il provvedimento si è fatto consigliare avendo intenzione di emergere dal letargo in cui, per la verità, è stato da sempre -spiega ancora il docente della Università di Teramo – . Il presidente ha voluto fare lo scoop per coprire la brutta figura fatta per tre giorni a livello nazionale con l’Abruzzo unica regione rossa in Italia quando Marsilio all’atto della firma della ordinanza sulla zona rossa aveva anticipato che nel giro di 15 giorni tutte le regioni italiane sarebbero state in zona rossa. Salvo poi verificarsi il contrario. E intanto mentre i cittadini si ammalano e muoiono, c’è chi pensa agli scoop propagandistici di facciata – conclude Di Marco.

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