“COLLEGARE AREE INTERNE, INVESTIRE IN CULTURA E BELLEZZA”, I CONSIGLI DI MARAINI A MARSILIO

13 Marzo 2024 10:53

Regione - Politica

L’AQUILA – “La sanità senz’altro, e poi la mobilità. Non è possibile che uno studente delle medie debba alzarsi alle 5 e farsi un’ora e mezza di viaggio per andare a scuola. E così lo stesso per un malato che deve arrivare ad Avezzano o addirittura rivolgersi verso ospedali del nord per farsi curare”.

Sono queste le priorità suggerite dalla scrittrice Dacia Maraini, abruzzese d’adozione, cittadina onoraria di Pescasseroli, al riconfermato presidente Marco Marsilio, di Fdi, vincitore delle elezioni del 10 marzo, in una lunga intervista, e a tutto campo, di Maria Rosa Tomasello per il quotidiano La stampa.





A proposito del raddoppio della ferrovia Roma-Pescara, promessa e tema caldo che ha dominato anche questa campagna elettorale, come oramai accade da un ventennio così ha risposto Maraini: “le alte montagne hanno reso difficile per secoli l’arrivo a certi bellissimi paesi degli Appennini. Ora però le cose sono cambiate. Le strade rendono più facile l’accesso e lo scambio. Quello che manca è la voglia di investire sulle grandi ricchezze naturali che sono garanzie per il futuro. Le ricchezze naturali non vanno però disgiunte dall’attenzione nei riguardi dei mezzi tecnologici moderni. È assurdo per esempio che da Pescasseroli non ci sia un mezzo che direttamente colleghi Roma col paese. Bisogna avere la macchina altrimenti tocca andare in treno ad Avezzano, e lì aspettare un autobus che ti porti in alto. Questo rallenta molto il turismo, soprattutto quello dei giovani, e scoraggia gli abitanti delle montagne”. Ma soprattutto, “è miope chiudere la scuole quando diminuiscono gli studenti, è miope chiudere gli ospedali, anche se piccoli e poco frequentati. Un Paese civile deve investire su scuole, sanità, artigianato. Sono i grandi motori per costruire un futuro sereno”.

Bocciatura senza appello poi al taglio della riserva del Borsacchio, un progetto perverso e stupido. Non capire che i parchi sono una grande ricchezza e una promessa per il futuro è da irresponsabili”.

Infine una riflessione sui radical chic, categoria evocata anche dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano in campagna elettorale per Marco Marsilio, che è arrivato ad affermare quanto segue: “mi capita di essere invitato nelle note terrazze romane frequentate da quel tipo antropologico che sono i radical chic. Ma io puntualmente dico di no”,  lanciando strali contro “gli amichetti che fanno film con 14 spettatori e che guadagnano milioni di euro”, e le “terrazzate romane della gauche caviar, detta con la erre moscia, e che si raccontano tra di loro di essere i migliori, queste persone che ci guardano dall’alto verso il basso”.





Da incorniciare la riflessione sul tema di Maraini: “spesso le classi dirigenti non credono nella cultura, la chiamano ‘radical chic’, e fanno un errore madornale. La cultura è la coscienza del Paese. Con la cultura si cresce, si capisce dove e come investire, ci si rende responsabili. La cultura, che chiaramente non comprende solo il cinema e la letteratura, ma ricerca, intelligenza creativa, sapienza, voglia di imparare e confrontarsi con tutto ciò che viene scoperto di nuovo, è l’anima del Paese”.

 

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