A L’AQUILA SCONTRO SU ODG RAMELLI, BIONDI: “CASO UNICO, ISTITUZIONI HANNO IL DOVERE DI RICORDARE”

12 Giugno 2023 21:03

L'Aquila - Politica

L’AQUILA – “Ogni volta che si tocca un nervo scoperto della sinistra, purtroppo si assiste allo stesso pietoso spettacolo che oscilla tra il pressappochismo e il benaltrismo. Vi rifiutate di entrare nel tema, perché la vicenda di Sergio Ramelli è unica nel suo genere, perché la sua condanna a morte venne comminata all’interno di un luogo che dovrebbe essere a tutela della crescita civile della nostra comunità nazionale e la firma morale della condanna la mise un professore che prende un tema in cui un ragazzo critica le Brigate rosse. L’unicità del caso di Ramelli è data dal fatto che morì aggredito alle spalle. L’unicità è data dal fatto che era un ragazzino. E ancora dal fatto che nessuno si è mai permesso il vilipendere il nome dei caduti durante i tremendi anni di piombo ma alla notizia della sua morte il Consiglio comunale di Milano applaudì. Ecco quali sono le unicità di Ramelli. Per questo le istituzioni, compreso questo Consiglio comunale, hanno il dovere di ricordare”.

Un discorso appassionato, tra le contestazioni delle opposizioni, quello del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia, intervenuto oggi nel corso del Consiglio comunale che ha dato il via libera al criticato ordine del giorno presentato dalla consigliera Claudia Pagliariccio (FdI), con il quale si esprime condanna “con fermezza e decisione, verso le ignobili, vili e offensive scritte comparse nella città dell’Aquila contro la memoria di Sergio Ramelli” e che impegna il sindaco e la giunta “a promuovere, anche in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e provinciale, iniziative per diffondere la conoscenza della drammatica storia presso le scuole di ogni ordine e grado” e a “realizzare e installare una lapide commemorativa per onorare la memoria di Ramelli quale simbolo di tutte le vittime dell’odio politico e di una violenza scellerata”.

Il documento ricorda come il 13 marzo 1975, Ramelli, “studente diciottenne aderente al Fronte della Gioventù, venne aggredito da un gruppo di militanti di avanguardia operaia, riportando gravissime lesioni cerebrali, che ne determinarono la morte il successivo 29 aprile”.





L’approvazione è avvenuta con 18 voti favorevoli; non hanno partecipato al voto i gruppi Pd, Il Passo possibile, L’Aquila Nuova, 99 L’Aquila, L’Aquila coraggiosa e Azione con Calenda.

A tal proposito il centrosinistra ha ribadito di aver proposto un emendamento per “impegnare il sindaco a promuovere, in collaborazione con l’ufficio scolastico regionale e provinciale, iniziative per diffondere la conoscenza dei drammatici anni di piombo, e a realizzare ed installare una targa commemorativa per ricordare tutte le vittime di quel tempo, così da non alimentare nuove tensioni o dolorose rivalse generando una memoria rispettosa della storia che il paese ha vissuto”.

Un emendamento che però, ha osservato il primo cittadino, sarebbe “addirittura offensivo per la memoria di questi ragazzi. È abbastanza singolare che si faccia genericamente un emendamento con il quale si propone di intitolare le strade a tutte le vittime degli anni di piombo. Certo, perché intitolare una strada a Giuseppe Verdi? Intitoliamola a tutti i grandi musicisti della storia. Oggi abbiamo deciso di fare una scelta che non è una bandiera, ma è un doveroso riconoscimento e una risposta a chi, quasi 50 anni fa, applaudì alla morte di un ragazzo che aveva il solo torto di militare dalla parte sbagliata”.

Alle parole di Biondi è subito seguita la replica delle opposizioni: “Se il sindaco Pierluigi Biondi avesse messo la stessa passione, la stessa irruenza e la stessa risolutezza nell’affrontare i problemi che affliggono la città, probabilmente avrebbe contribuito a risolverli; se la maggioranza di centrodestra avesse partecipato con tanta attenzione e solerzia ai Consigli comunali, probabilmente il confronto consiliare sarebbe stato più costruttivo. E invece, in una città dove è oramai negato il diritto alla salute, con una Asl messa in ginocchio da una mala gestione che provoca difficoltà quotidiane ai cittadini e alle cittadini più fragili, in una città dove si consumano episodi di violenza sempre più efferati dietro la vetrina di un corso ripavimentato, in una città dove bambine e bambini frequentano ancora moduli ad uso scolastico pensati per l’emergenza senza aver mai visto una scuola in muratura, in una città incapace di spendere i fondi destinati allo sviluppo economico e sociale, dove il lavoro di qualità è oramai una chimera, con i giovani costretti a emigrare per trovare un senso al loro percorso di vita, il sindaco dell’Aquila si presenta finalmente innanzi ad un Consiglio comunale svilito dalle sue continue assenze per discutere, con veemenza, di Sergio Ramelli”.





“Evidentemente – hanno aggiunto i consiglieri di centrosinsitra – per la destra sono questi i problemi che soffre la città dell’Aquila: coltivare una visione ideologica e di parte dei tragici anni di piombo. Evidentemente sono queste le priorità della maggioranza di centrodestra che, compattamente, ha bocciato l’emendamento delle opposizioni unite all’ordine del giorno depositato dalla consigliera Claudia Pagliariccio (già candidata sindaca di CasaPound). Il nostro emendamento, intendeva impegnare il sindaco a promuovere, in collaborazione con l’ufficio scolastico regionale e provinciale, iniziative per diffondere la conoscenza dei drammatici anni di piombo, e a realizzare ed installare una targa commemorativa per ricordare tutte le vittime di quel tempo, così da non alimentare nuove tensioni o dolorose rivalse generando una memoria rispettosa della storia che il paese ha vissuto”.

“Ma al momento di fare memoria di tutte le centinaia di vittime degli anni di piombo, non di una sola, è stato proprio il centrodestra che ha bocciato la nostra proposta dimostrando, plasticamente, come, in realtà, l’ordine del giorno su Ramelli sia stato un atto politico di natura squisitamente ideologica. Il centrodestra aquilano si è rifiutata di condannare tutto l’odio politico che ha contraddistinto gli anni di piombo, scegliendo di essere compiacente e di parte. Per questo siamo usciti al momento del voto”, hanno concluso.

 

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