BALZO INDIETRO ALLA FASE PIU' BUIA DELL’EMERGENZA. MISURA NUOVA ONDATA. ASSESSORE VERI': "SARANNO UTILIZZATI SOLO SE NECESSARIO, DOBBIAMO ESSERE PRONTI A TUTTO. NON CI SARANNO EXTRA BUDGET" 

CORONAVIRUS: LA REGIONE BUSSA ANCORA AI PRIVATI, MARSILIO VUOLE REPERIRE 150 POSTI LETTO, POLEMICHE 

30 Ottobre 2020 01:14

Regione - Sanità

L’AQUILA – Un balzo indietro fino allo scorso 9 aprile, quasi con le stesse dinamiche.

Allora il governatore, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus, aveva emanato una ordinanza con cui coinvolgere le cliniche private per trasferire i pazienti Covid.

Un provvedimento che ha spaccato il fronte politico, con le opposizioni all’attacco, e che, di fatto, non è stato mai attuato, essendo nella fase discendente della pandemia.

Ora lo scenario si ripropone, anche se l’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, della Lega, assicura che non si toccherà il budget pre-assegnato.

Marsilio ha di nuovo fatto sapere, anche alle Asl, che le case di cura potranno essere coinvolte per reperire 100-150 posti letto.

Una risorsa che potrebbe divenire necessaria se il trend dei ricoveri dovesse confermarsi anche nei prossimi giorni.

A ieri, infatti, il numero totale dei pazienti in ospedale è salito a 357, di cui 26 in terapia intensiva.





Dati non lontani da quelli del giorno finora peggiore, il 3 aprile scorso, con 361 ricoveri ordinari e 76 in terapia intensiva.

Ma a differenza del mese di aprile, c’è un elemento nuovo in più, non di poco conto: l’avvenuta realizzazione di un Covid Hospital, a Pescara, con 181 posti letto, di cui 40 di terapia intensiva.

Contenitore ancora non utilizzato appieno e finito nel mirino delle province dell’Aquila e di Teramo, territori da settimane i più colpiti della regione, visto che le Aziende sanitarie si sono viste inizialmente rispondere picche alle richieste di ricovero, e che pure oggi ospita qualche paziente dalle altre province.

La polemica è ancora dietro l’angolo: con un’operazione già terminata da 11 milioni di euro complessivi, a tanti, apparirà paradossale il dover ricorrere ai privati.

Il potenziale scontro arriva, peraltro, nel giorno in cui il consigliere regionale aquilano del Pd, Pierpaolo Pietrucci, si è scagliato contro Asl del capoluogo regionale e Regione: “La continua crescita dei contagi impone una drastica svolta perché la gestione dell’emergenza da parte di Asl e Regione sta peggiorando la situazione. E’ successo quello che temevamo: abbiamo chiesto ad alta voce di concentrare tutto sulla recrudescenza ma invece si è dormito ! E questi sono i risultati”.

Comunque, la decisione sembra già essere stata presa.

Tanto che il Dipartimento Salute della Regione, diretto dall’uomo forte della sanità abruzzese Claudio D’Amario, ex capo della task force nazionale anti-Covid, nel suo ruolo di direttore del Dipartimento di prevenzione del Ministero della Salute, ed ex manager dell’Asl di Pescara, tornato in Abruzzo per amore della sua terra accettando una netta diminuzione dello stipendio, si dovrà occupare di sondare le strutture che potrebbero rendersi disponibili.





Operazione che durerà pochi giorni prima di una possibile ordinanza del governatore.

Nel frattempo a chiarire i termini della strategia è stata in una nota l’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì:  “Sento parlare di mercificazione dei posti letto e del personale e resto sconcertata dalle argomentazioni a supporto di queste letture dei fatti.

Vorrei spiegare, e spero di doverlo fare per l’ultima volta, che il Covid Hospital è una struttura a servizio dell’intera comunità abruzzese e da sempre ricovera, in appropriatezza, pazienti provenienti da tutte le Asl della regione. E’ chiaro, però, che trattandosi di un presidio che viene attivato modularmente in funzione delle esigenze, la sua gestione non può essere in carico esclusivamente alla Asl di Pescara, ma va condivisa con tutte le aziende sanitarie regionali. E’ un principio di buon senso, noto fin dal progetto della struttura, soprattutto in questo particolare periodo storico, in cui scarseggiano moltissime figure professionali che non si riescono a reperire, nonostante la disponibilità di risorse dedicate”.

“Torno nuovamente a ribadire – continua l’assessore – che le case di cura private convenzionate entreranno in gioco nel momento in cui malauguratamente dovessero esaurirsi i posti letto negli ospedali pubblici e lo faranno senza alcun aumento del budget loro assegnato, così come previsto dalla legge. In una situazione così complicata come quella che stiamo attraversando, chi ha responsabilità istituzionali ha il dovere di prevenire qualunque scenario, anche il più nefasto, perché nessuno di noi possiede doti divinatorie ed è in grado di fare previsioni sull’andamento dei contagi. Per questo motivo non dobbiamo farci trovare impreparati, così come abbiamo fatto nella prima fase della pandemia. Anche perché stiamo cercando di mantenere in funzione, in tutte le Asl, anche l’attività chirurgica ordinaria, che invece in primavera era stata bloccata”.

E’ certo che la volontà di coinvolgere i privati scuoterà ancora la politica.

Il Pd nella prima fase dell’emergenza aveva criticato la volontà di Marsilio, paventando anche la possibilità che le strutture potessero beneficiare di extra budget. Cosa che ora non potrà accadere, assicurano in seno alla maggioranza di centrodestra.

Di certo, è evidente come le lungaggini per l’avvio dei lavori di potenziamento della Rete Covid (oltre sessanta posti in più di terapia intensiva) e di altre iniziative strategiche stiano condizionando questa fase di gestione dell’emergenza.

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