PARCO MEMORIA, BIONDI A VITTORINI: “NON MERITIAMO RISENTIMENTO, PARLARE DI SCHIAFFO NON E’ CORRETTO”

23 Settembre 2021 22:17

L'Aquila - Terremoto e Ricostruzione

L’AQUILA – “Sono e sarò sempre umanamente vicino alla sofferenza di Vincenzo Vittorini. Ma sono anche sinceramente e profondamente sorpreso dalle sue affermazioni, riferite alla prossima inaugurazione del Parco della memoria. Parole cariche di risentimento che questa città e questa amministrazione non meritano”.





Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, risponde così a Vincenzo Vittorini, uno dei famigliari delle vittime del terremoto del 2009 che in merito alla cerimonia di inaugurazione del parco della memoria, martedì 28 settembre, alla quale parteciperanno il premier Mario Draghi e del ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, ha parlato di “passerella” politica, lamentando di essere stato avvisato all’ultimo momento e definendolo l'”ennesimo schiaffo” alle persone “comuni” per assicurarsi la presenza di nomi “illustri”.

Per Biondi, però, “parlare di ‘schiaffo’ non mi sembra corretto, oltre che irriguardoso. Ricordo che, da sindaco di Villa Sant’Angelo, a gennaio 2010, feci realizzare il primo monumento dedicato alle vittime del terremoto. Appena abbiamo avuto la conferma della presenza del premier Draghi e del ministro Carfagna, subito dopo la Prefettura e le Forze dell’ordine, Vincenzo Vittorini è stata la prima persona che ho chiesto venisse avvisata dalla mia segreteria. Ritengo che la partecipazione di un presidente del Consiglio dei ministri in città e di un esponente del governo nazionale, con agende comprensibilmente fitte, per onorare uno spazio della comunità dedicato al ricordo, sia motivo di orgoglio. Un sentimento condiviso da altri familiari delle vittime del sisma che hanno assicurato la loro presenza”.





“Non c’è memoria senza ricordo: per questo abbiamo cercato con ogni sforzo, condividendo e modificando alcune parti del progetto originario anche con i parenti delle vittime oltre che con i residenti, di restituire alla comunità un’area in cui questi due sentimenti potessero essere coltivati quotidianamente. Perché quello del 6 aprile 2009 è un dolore indelebile e, soprattutto, collettivo”, conclude il sindaco.

 

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