A24-A25, SDP: “ASSOLUZIONE TERAMO SMONTA REVOCA IN DANNO DEL CDM, DA GOVERNO ACCUSE RIDICOLE”

29 Giugno 2023 19:34

Teramo - Cronaca

TERAMO – “L’ampiezza assolutoria sgombera definitivamente il campo da qualsiasi dubbio sulla gestione della concessione autostradale in capo alla società Strada dei Parchi. La nuova e ulteriore assoluzione è di grande rilevanza sia perché rappresenta motivo di rassicurazione per tutti gli utenti delle tratte autostradali interessate, sia perché tale esito dei procedimenti penali intentati nei confronti di Strada dei Parchi e dei suoi amministratori smonta in modo incontrovertibile e in via definitiva le ragioni, infondate, che furono poste alla base del provvedimento (D.L. n. 85/2022) con cui il Governo precedente ha disposto la revoca in danno della Concessione”.

Cosi in una nota i vertici di Strada dei Parchi, ex concessionaria delle autostrade laziali ed abruzzesi A24 e A25, sulla sentenza di assoluzione da parte del Tribunale di Teramo di vertici e dirigenti della Spa dall’accusa di non aver fatto adeguata manutenzione e di aver messo a rischio ponti e viadotti del territorio teramano e la sicurezza degli utenti.





Per Sdp, fino alla fine del luglio dello scorso anno concessionario delle due arterie, la decisione dei giudici di primo grado è destinata ad avere ripercussioni sulla revoca in danno della gestione decisa dal Consiglio dei ministri guidato da Mario Draghi, del 7 luglio scorso, sulla quale pende il pronunciamento della Corte Costituzionale.

Dura la nota di Sdp: “Poiché tali opere di manutenzione, oltre il programmato, sono state tutte approvate dal Ministero, l’accusa di mancata manutenzione, più che falsa, appare ridicola: la sentenza del Tribunale di Teramo, come le precedenti, lo conferma così come la manutenzione è stata effettuata da Strada dei Parchi in modo tale che è stata sempre garantita la sicurezza della circolazione e l’incolumità degli utenti”.

“Ora, alla luce delle esemplari sentenze dei Tribunali abruzzesi, occorre che l’onorabilità che i Tribunali ci hanno restituito trovi rapidamente corrispondenza nei fatti, prendendo atto delle decisioni della Magistratura e ponendo fine e rimedio ai gravissimi danni economici e reputazionali già incolpevolmente subiti dalla nostra Società”, rincara la dose Cesare Ramadori, presidente di Strada dei Parchi.





Quella norma, in riferimento del decreto legge del Cdm, – si legge ancora nella nota – “mai applicata in altre circostanze pur di fronte ad effettivi accadimenti con gravi conseguenze, si fondava sostanzialmente sulla contestazione che la Concessionaria non avrebbe eseguito la dovuta manutenzione ordinaria dei viadotti autostradali, in termini corrispondenti alle ipotesi di reato oggetto dei procedimenti giudiziari avviati dalle Procure presso i Tribunali abruzzesi. Procedimenti di cui quello de L’Aquila è stato il primo a trovare conclusione avversa a tale ipotesi. Tesi ora condivisa dal Tribunale di Teramo. A prescindere dall’assoluta singolarità di una legge che “accerta” un inadempimento, la sentenza del Tribunale di Teramo, al pari della precedente, è di fondamentale importanza perché proviene da chi – un giudice – è l’unico presso cui, nel nostro ordinamento, risieda il potere di accertare i fatti. Ecco, ora è definitivamente chiaro: l’unico che ha il potere di pronunciarsi, ha dichiarato che i fatti, che per “legge” costituirebbero l’inadempimento, non sussistono”.

“Nel caso di Strada dei Parchi, poi, oltre che inesistenti, quei fatti sono anche del tutto inverosimili. La Società – che nel 2001 vinse la gara europea per l’affidamento della concessione della A24 e A25, una delle prime e delle poche visto che in Italia l’affidamento delle concessioni autostradali, nell’ambito delle cosiddette privatizzazioni  nel tempo attuate nel nostro Paese, è quasi sempre avvenuto senza il ricorso a procedure di evidenza pubblica – fa parte del Gruppo Toto, il cui core business è da sempre quello delle costruzioni delle grandi infrastrutture viarie, in particolare autostradali. Tale circostanza, unitamente al modello di convenzione ‘di riequilibrio’ – che prevede che tutti gli oneri di manutenzione, anche quelli eccedenti il programmato, debbano trovare ristorno in tariffa – ha indotto il Ministero concedente a inserire delle puntuali norme di limitazione al volume delle manutenzioni da realizzarsi al fine di evitare che il Concessionario abusi della possibilità di fare interventi manutentivi – conclude la nota.

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