TERREMOTO: DUE SCOSSE NELL’AQUILANO, 3.6 A L’AQUILA E 3.7 A LUCOLI

RIUNIONE IN PREFETTURA, NON SI SEGNALANO DANNI; SCUOLE CHIUSE NEL CAPOLUOGO REGIONALE

22 Novembre 2023 17:58

L'Aquila - Terremoto e Ricostruzione

L’AQUILA – Torna a tremare la terra nell’Aquilano dove nel pomeriggio l’Ingv ha registrato due scosse, una dietro l’altra, a distanza di 20 secondi.

La prima, di magnitudo 3.6 alle 17.52 con epicentro nell’area di Poggio di Roio, frazione dell’Aquila. La seconda di 3.7, alle 17.53, a 3 km da Lucoli. Le due scosse, di profondità 13 e 10 chilometri, sono state accompagnate da boati.

Diverse persone si sono riversate in strada, tante le segnalazioni che continuano ad arrivare in questi minuti.

La scossa è stata distintamente avvertita in molte zone del capoluogo regionale e nei comuni limitrofi dove comunque, al momento, non si segnalano danni.





Anche nel resto della regione, dal Pescarese al Teramano, sono arrivate diverse segnalazioni.

Molte le telefonate arrivate al centralino dei Vigili del Fuoco.

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, si è immediatamente messo in contatto con il direttore della Protezione Civile, Mauro Casinghini, e la sala operativa dell’Aquila, per monitorare la situazione. Dalla prima ricognizione non risultano danni né segnalazioni di pericolo.

A seguito delle due scosse si è riunita d’urgenza la conferenza dei dirigenti del Comune dell’Aquila convocata dal sindaco, Pierluigi Biondi, e dall’assessore alla Protezione civile, Fabrizio Taranta. Dalle prime ricognizioni non sono emersi danni a persone o cose, come confermato anche dal Prefetto, Giancarlo Di Vincenzo, con cui il primo cittadino si è sentito nel pomeriggio.

Alle 19.30 è stata convocata una riunione in prefettura al termine della quale il primo cittadino ha disposto la chiusura delle scuole, di ogni ordine e grado, per domani: “È una decisione presa, a mero titolo precauzionale, per verificare che le lezioni possano riprendere con regolarità”.





La scossa di magnitudo 3,6 all’Aquila è stata seguita, a distanza di nemmeno un minuto, da una seconda scossa di magnitudo 3,7, nella stessa area dell’epicentro del terremoto del 2009.

All’Ansa il sismologo Salvatore Stramondo, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, spiega: “Sono stati due eventi di magnitudo moderata, ma molto avvertiti. Non è infrequente – ha osservato il sismologo – registrare due scosse l’una sulla coda della precedente, anche se distinguibili” ed entrambe “sono avvenute a circa 10 chilometri dall’epicentro del sisma del 2009: tenendo conto degli errori nelle stime della localizzazione, possiamo dire che gli eventi sono avvenuti nella medesima area”.

Questa non è una sorpresa per chi studia i terremoti e che di solito “dove si sono già verificati”, ha osservato Stramondo. Molto prima del terremoto del 2009, per esempio, quella stessa area era stata colpita, nel 1703, da “un importantissimo terremoto, la cui magnitudo è stimata 6,7”.

Dopo il terremoto del 2009, inoltre, nella zona dell’Aquila si sono registrate circa 20.000 scosse e oltre 200.000 sono stati i terremoti registrati nell’Italia centrale dal 2016 dopo la sequenza di Amatrice-Norcia. A generarli è sempre lo stesso meccanismo estensionale tipico dell’Appennino.

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