L’AQUILA – “Sulla pesante censura dell’Anac, rispetto agli affidamenti milionari degli appalti pubblici, il sindaco dell’Aquila tace”.
Lo si legge in una nota molto polemica del Pd dell’Aquila contro Biondi. “Risponde, in modo sguaiato, al senatore Fina, colpevole evidentemente di fare il suo mestiere, il parlamentare attento ai problemi del suo territorio; lo fa, in modo goffo, provando addirittura a scaricare responsabilità sulla passata amministrazione, sebbene sia in carica da 7 anni e sarebbe tempo di dar conto delle tante, troppe, promesse mancate, dei fallimenti della sua amministrazione. Il sindaco Biondi, però, evita di rispondere alla città, ai cittadini e alle cittadine, spiegando loro come mai, in questi anni, si è fatto continuo ricorso ad affidamenti diretti frazionando gli importi come rilevato dall’Anac”.
“Crediamo sia tempo di una operazione verità. Crediamo sia tempo di rendere pubblici tutti gli affidamenti diretti, sottosoglia, le somme stanziate e le imprese che hanno ottenuto i lavori. Crediamo sia tempo di rendere trasparenti gli affidamenti di incarichi tecnici e di consulenze, per quali somme e a quali professionisti. Crediamo vada fatta chiarezza anche sulle assunzioni nelle partecipate. Le cittadine e i cittadini hanno diritto di sapere; il sindaco ha il dovere di spiegare come sono stati utilizzati milioni di euro di fondi pubblici in questi anni. Nel 2017, Biondi prometteva di essere il granello che avrebbe rotto il meccanismo; 7 anni dopo, il meccanismo da rompere è il suo, e del suo cerchio magico”.
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