L’AQUILA CAPITALE CULTURA: IN ABRUZZO GIOIA BIPARTISAN, POLEMICA RIMINI SU “SCELTA POLITICA”

15 Marzo 2024 10:22

- Cultura, Politica

L’AQUILA – La storica conquista da parte dell’Aquila del blasone di capitale italiana della cultura 2026, ha avuto intanto l’effetto di compattare tutte le forze politiche unite nell’esultanza, e non era scontato a pochi giorni dalle elezioni regionali, e dai veleni e mazzate della campagna elettorale.

Altrove, a Rimini, una delle altre città favorite, il sindaco dem  Jamil Sadegholvaad, si punta il dito contro una designazione avvenuta per “ragioni politiche”, a premiare una città, L’Aquila, in mano a Fratelli d’Italia, dove è sindaco Pierluigi Biondi, amico di vecchia data della premier di Giorgia Meloni, responsabile nazionale enti locali del partito, e una regione, l’Abruzzo, dove è stato appena riconfermato il presidente di Fdi Marco Marsilio. Con la “complicità” del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, che ha chiuso a l’Aquila la campagna elettorale di Marsilio, lanciando strali contro “la sinistra radical chic”, e contro le “terrazzate romane della gauche caviar, detta con la erre moscia, che si raccontano tra di loro di essere i migliori, queste persone che ci guardano dall’alto verso il basso”.

E a brandire la durlindana è anche il deputato del Partito democratico Andrea Gnassi che annuncia una interrogazione parlamentare, evocando la non imparzialità della scelta. Provocando le ire del senatore aquilano, capogruppo commissione Bilancio, vice coordinatore regionale di Fdi, Guido Liris, che in campagna elettorale aveva parlato spesso di L’aquila favorita, e del gioco di squadra e del forte sostegno alla candidatura della sua città, per “un altro importante tassello sulla via della completa e definitiva rinascita del capoluogo regionale e del suo circondario colpiti nel 2009 dalla tragedia del sisma”.

Tornando in Abruzzo, ha esultato Luciano D’Amico, candidato presidente del campo largo del centrosinistra,  sconfitto da Marsilio: “apprendo con grande entusiasmo la notizia che sarà L’Aquila la Capitale della Cultura 2026. Questo è un momento molto importante per la città, ma anche per tutto l’Abruzzo. La cultura è, e deve essere, la solida base su cui fondare la rinascita, anche sociale, di una comunità”.

Sulla stessa lunghezza d’onda tutti i consiglieri di opposizione al comune dell’Aquila: “la nostra città- è la capitale italiana della cultura 2026. Ne siamo felici. È un traguardo raggiunto con una fatica immane, fatta di 15 anni di tenace ricostruzione e resilienza. Una grande e bella opportunità che deve vedere coinvolti tutte e tutti, a partire dal consiglio comunale. Noi ci siamo”, hanno detto in una nota congiunta.

In un altro comunicato Daniele Marinelli, segretario PD Abruzzo, Francesco Piacente, segretario PD provincia dell’Aquila e Nello Avellani, segretario PD L’Aquila, esprimono la loro soddisfazione per il risultato conseguito e garantiscono che  “il Partito democratico si mette a disposizione, fin da subito, per realizzare un programma  per valorizzare il territorio, come merita”.

“Il riconoscimento di L’Aquila come Capitale italiana della Cultura 2026 rappresenta un motivo di orgoglio per tutti i comuni abruzzesi”, ha sottolineato il presidente Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto, sindaco del centrosinistra di Teramo che assicura: “come Anci, in rappresentanza di tutto il territorio abruzzese, garantiremo tutto il nostro supporto nella realizzazione degli importanti obiettivi previsti nel progetto, che ha permesso alla città dell’Aquila di ottenere questo prestigioso riconoscimento. All’amico Sindaco Pierluigi Biondi e a tutta la comunità aquilana vanno le nostre congratulazioni. La rinascita dell’Aquila è la rinascita di tutto l’Abruzzo”.





Veniamo ora al clima nelle città escluse. Ad esempio ad Agnone, in provincia di Isernia ci si limita a parlare di “vittoria annunciata”, e il popolare quotidiano Primonumero  ricorda che “proprio L’Aquila fosse la grande favorita quest’anno, sponsorizzata addirittura da Bruno Vespa che l’altra sera ha ospitato nello studio di Rai Uno il governatore Marco Marsilio e ha pubblicamente augurato la vittoria del capoluogo abruzzese”.

Non le ha mandate a dire invece il sindaco dem di Rimini Sadegholvaad, che già nei giorni scorsi aveva messo insieme le dichiarazioni del senatore Liris, il quale aveva sottolineato la vicinanza a L’Aquila di tanti parlamentari e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, oltre all’accordo preventivo tra il Maxxi e il capoluogo abruzzese in caso di vittoria di quest’ultimo.

L’esperienza della Capitale della cultura, ha detto Sadegholvaad, “ci ha mostrato anche il lato peggiore e ahimè radicato del nostro Paese, con quella catena di invasioni di campo preventive scomposte anche da parte di chi dovrebbe essere super partes e poi di illazioni e di ombre che hanno velato la coda finale di quella che per i territori candidati non è una semplice competizione. È la regola del sospetto a cui neanche questa partita si è potuta sottrarre”.

Poi ha aggiunto: “Prima di tutto sinceri complimenti a L’Aquila per questo riconoscimento che premia l’impegno, la storia e la voglia di rinascita di un pezzo di Italia bellissimo tragicamente colpito 15 anni fa da un devastante terremoto”, per poi proseguire: “Nulla di nuovo, ma non per questo bisogna ogni volta allargare le braccia e dire ‘è così’. Proprio perché consapevoli dello sforzo e del risultato riconosciuto da tutti da parte di Rimini e della Romagna, ci sarebbe voluta più attenzione, più rispetto e meno interessata sguaiataggine da parte di una politica che evidentemente vuole perennemente far sapere al mondo che ‘mi manda Picone’ vale più di qualsiasi sostanza e educazione istituzionale”.

Il deputato Pd  Gnassi  va anche oltre, e annuncia una interrogazione parlamentare. “A pensar male si fa peccato ma, come dice l’adagio, spesso si indovina. O forse è solo un caso che, a pochi giorni, dalle elezioni regionali in Abruzzo il titolo sia stato conferito proprio alla città dell’Aquila? Una notizia già anticipata dal ministro Gennaro Sangiuliano. Grave che sia usata per la campagna elettorale, il Mic riferisca. Pensar male si fa peccato ma, come dice l’adagio, spesso si indovina. O forse è solo un caso che, a pochi giorni, dalle elezioni regionali in Abruzzo il titolo sia stato conferito proprio a La città de L`Aquila?”.

E aggiunge: “negli ultimi mesi FdI, con la complicità del ministro Sangiuliano, ha usato il titolo di capitale della cultura per finalità elettorali. Negli ultimi giorni, poi, alcuni autorevoli esponenti del partito e di amministrazioni legate al ministero della cultura, dal Maxxi a Ales, hanno organizzato dei momenti di approfondimento proprio sul tema. Tutte casualità? Non ci crediamo, chiederemo in parlamento i fare luce sulle modalità con cui il Ministero della cultura sta gestendo l`attribuzione di importanti riconoscimenti culturali che, peraltro, generano significativi investimenti pubblici. Oggi è la volta de L`Aquila – a cui facciamo comunque i nostri complimenti – ma solo un mese fa, in un incontro politico a Reggio Calabria, il sottosegretario Durigon anticipava la proclamazione di Taurianova a capitale del libro a selezione ancora in corso. Al Collegio romano c`è un grande problema su cui il governo dovrà riferire”, conclude Gnassi.

La pensano all’opposto Gloria Lisi e Stefano Brunori, consiglieri del gruppo Gloria Lisi per Rimini: “Come gruppo consigliare ci abbiamo creduto e abbiamo tifato per Rimini tanto da partecipare alla presentazione della candidatura ma… Ahimè, le cose non sono andate come speravamo e Rimini ha perso e ora bisogna capire perché… Invitiamo il sindaco e i suoi ‘amici di partito’ a non fare come nel calcio che per non perdere si butta la palla in tribuna o chiamando in causa “poteri forti da Roma che avrebbero scelto per tutti”
La maturità, sig. Sindaco sta nella serenità con cui accettano i propri errori e si ammette di conseguenza di aver sbagliato”.





A replicare a Gnassi con estrema durezza ci ha pensato il senatore Liris: “Giù le mani da L’Aquila. Gnassi senza rispetto. Mettere in dubbio l’onestà della proclamazione de L’Aquila come Capitale della Cultura è una mancanza di rispetto non solo per la professionalità dei membri della Commissione, indipendente, autonoma e formata da professionisti indiscutibili, ma anche perché dimostra una scorrettezza istituzionale particolarmente grave e strumentale. Innanzitutto perché, e mi spiace che il collega Gnassi non capisca quello che chiunque riuscirebbe a comprendere, se tutto fosse stato predeterminato e se la scelta de L’Aquila fosse dipesa da una volontà politica, allora la proclamazione sarebbe avvenuta prima delle elezioni Regionali e non quattro giorni dopo”.

E ha aggiunto: “e poi mi spiace ricordare che nessuno ha mai pensato né detto che Pesaro Capitale della Cultura lo sia diventata perché il sindaco Matteo Ricci è il responsabile dei Sindaci del Pd, nessuno ha detto che Procida sia stata scelta per contiguità con il Governatore Vincenzo De Luca, né che praticamente tutte le città che sono state Capitale della Cultura lo siano state perché contigue ideologicamente al Partito Democratico o alla sinistra in generale. Le città che hanno vinto negli anni scorsi lo hanno meritato così come L’Aquila oggi lo merita. Mi spiace che un’occasione così bella venga sporcata da critiche strumentali che esulano dal sano campanilismo per sfociare in una polemica politica che certamente domani sarà dimenticata, ma che comunque si poteva evitare”.

A Treviso, mentre il sindaco Mario Conte ha fatto i più sinceri complimenti a L’Aquila, senza accenti polemici, Alberto Villanova, consigliere regionale del Veneto, capogruppo Lega-Liga veneta ha sottolineato che quella dell’Aquila, “era una vittoria che comunque molti davano per certa”, e ancora: “forse il Veneto è sfortunato. O forse potrebbe essere utile una riflessione sulla formula adottata. Una competizione che spesso porta a confronto città molto diverse, per dimensioni e storia. Roma gestisce già oggi tutto dal centro. E allora tanto vale nominare direttamente le vincitrici, così da evitare la spiacevole impressione che qualcuno possa essere secondo a qualcun altro, limitando così la nomination a una mera competizione come fosse un campionato di calcio”.

Oltre a L’Aquila, Agnone, Rimini e Treviso, le altre città finaliste erano Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena).

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