SCONTRO NEL CENTRODESTRA PER CPR IN ABRUZZO, A MANOPPELLO MIGRANTI NELLA TENDOPOLI

LEGA CONTRARIA PIANO MELONI CHE PREVEDE LOCALIZZAZIONE IN REGIONE DI UN CENTRO PERMANENZA RIMPATRIO. SINDACO COMUNE PESCARESE, "NON VOGLIAMO DIVENTARE CAMPO PROFUGHI"; UNIONE STUDENTI, "NO AI LAGER DI STATO"

23 Settembre 2023 09:14

Regione - Cronaca, Politica

PESCARA – Sono arrivati nei giorni scorsi altri 36 migranti nella tendopoli della Protezione Civile di Manoppello, in provincia di Pescara. A quanto si è appreso dovrebbero essere tutti uomini e adulti, che si vanno ad aggiungere agli arrivi nei 14 Cas presenti nella provincia. il sindaco di centrodestra, Giorgio De Luca, si è rivolto al prefetto Giancarlo Di Vincenzo chiedendo controlli costanti, anche coinvolgendo l’esercito. affermando che “il Centro di accoglienza non può diventare un campo profughi, per la dignità dei migranti che vi abitano e per la sicurezza dei manoppellesi”.

Una vicenda che si inquadra nel crescente nervosismo nel campo del centrodestra, anche in Abruzzo, sul tema centrale dell’immigrazione, con le promesse sbandierate nelle elezioni dell’anno scorso, di blocchi navali, zero sbarchi, rimpatri, lotta senza quartiere, insomma, all’immigrazione clandestina. I dati però dicono che sono più che gli sarchi sono più che raddoppiati nei primi sette mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: secondo i dati del Viminale sono stati 89.158, rispetto ai 41.435 del periodo 2022, con una variazione percentuale del 115,18%.

Ieri la Lega con una nota del capogruppo in consiglio Regionale, Vincenzo D’Incecco, e del portavoce del partito, Francesco De Santis, si è di fatto schierata contro Fratelli d’Italia, dicendo un secco no all’ipotesi della realizzazione in Abruzzo di iun Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), degli immigrati irregolari. Ma a prevederlo è il piano del governo di Giorgia Meloni, con il presidente della Regione, Marco Marsilio, ricandidato presidente alle elezioni di marzo 2024,  anche lui di Fdi, che si è detto d’accordo, ritendo queste strutture essenziali per gestire l’emergenza migranti e aumentare i rimpatri.

In questi giorni è emersa l’ipotesi di un Cpr nell’aeroporto di Preturo, frazione ad ovest dell’Aquila, e anche nella ex caserma e casa dello studente Campomizzi, ma il sindaco Pierluigi Biondi ha smentito seccamente l’ipotesi. Uds e sinistrra italiana vanno contro intanto all’ipotesi di Cpr, e lanciano bordate al centrodestra.

Hanno argomentato i due leghisti: “Come si può pensare di costruire enormi Centri per il Rimpatrio in Abruzzo? Luoghi destinati a radunare al loro interno centinaia, se non migliaia, di immigrati irregolari. Una scelta non condivisibile che rischia di mettere in ginocchio la nostra regione con l’occupazione ingiusta di infrastrutture strategiche come aeroporti e aree destinate alla logistica e alle emergenze. La capacità di ospitalità di una piccola regione come l’Abruzzo è ormai al collasso. I nostri comuni, le nostre strutture, i nostri sindaci, i nostri cittadini hanno accolto e affrontato per anni le ricollocazioni di migranti”,

E per la Lega esempio plastico del “abbiamo già dato”, è rappresentato dalle tende blu montate nelle scorse settimane in una contrada di Manoppello,  che ora ospitano in condizioni non  certo ottimali decine di migranti.

Il sindaco De Luca ha scritto al prefetto: ” come già detto in altre occasioni auspico, con spirito di collaborazione istituzionale e tenendo bene a mente i valori dell’accoglienza, che si trovino soluzioni alternative alle tende per ospitare i migranti, arrivati in particolare a Lampedusa nelle ultime settimane e in fuga da guerre e povertà, anche requisendo e riconvertendo strutture chiuse o in disuso. Ora ospitiamo diverse decine migranti, forse troppi per nostra piccola comunità che sta facendo, da tempo, la sua parte”.

Intanto dopo le critiche piovute dai governatori Dem, anche dal campo del centrodestra arrivano paletti e distinguo sull’ipotesi Cpr.





Per il governatore del Veneto, Luca Zaia, della Lega, la creazione di nuovi Centri per il rimpatrio “non risolve i problemi, quest’anno avremo più o meno 140-150mila persone che dovranno essere rimpatriate, e si consideri che mediamente ogni anno l’Italia riesce a far rimpatriare dalle 3.500 alle 4.000 persone, quando va bene: stiamo affrontando il mare pensando di svuotarlo con un secchio”. Per l’esponente leghista “la vera partita è fare in modo che si arresti questo flusso, che è un flusso che ormai sembra inesorabile, un esodo biblico, e per questo dobbiamo intervenire su tutti i livelli, in particolar modo quello europeo”.

Parole arrivate nelle stesse ore in cui il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che giovedì in Senato ha difeso il progetto, ha incontrato il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, del Pd, per il quale sul tema migranti il governo “si è fatto trovare impreparato, d’altronde se per anni urli ‘porti chiusi, prima gli italiani ed è finita la pacchia’, poi fai fatica ad ammettere che sono raddoppiati gli sbarchi”.

Un decreto del ministero dell’Interno pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale prevede intanto una garanzia finanziaria di quasi 5mila euro dovrà essere versata dal richiedente asilo che non vuole essere trattenuto in un Cpr fino all’esito dell’esame del suo ricorso contro il rigetto della domanda. L’importo che fissa a 4.938 euro l’importo che deve garantire al migrante, per il periodo massimo di trattenimento (4 settimane), “la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale; della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi”.

La disposizione si applica a chi è nelle condizioni di essere trattenuto durante lo svolgimento della procedura alla frontiera e proviene da un Paese sicuro. Allo straniero, si legge, “è dato immediato avviso della facoltà, alternativa al trattenimento, di prestazione della garanzia finanziaria”.

La normativa, già in vigore, prevede il trattenimento durante lo svolgimento della procedura in frontiera, “al solo scopo di accertare il diritto ad entrare nel territorio dello Stato”, per i richiedenti asilo in una serie di casi. Il decreto – firmato, oltre che dal ministro Matteo Piantedosi, anche dai titolari di Giustizia (Carlo Nordio) ed Economia (Giancarlo Giorgetti) – richiama inoltre la direttiva del ministro dell’Interno dell’1 marzo 2000, in cui si dispone che “lo straniero, ai fini dell’ingresso sul territorio nazionale, indichi l’esistenza di idoneo alloggio nel territorio nazionale, la disponibilità della somma occorrente per il rimpatrio, nonchè comprovi la disponibilità dei mezzi di sussistenza minimi necessari, a persona”.

La misura della garanzia finanziaria si applica al richiedente asilo direttamente, alla frontiera o nelle zone di transito, che è stato fermato per avere eluso o tentato di eludere i controlli e a chi proviene da un Paese sicuro “fino alla decisione dell’istanza di sospensione”.

La garanzia deve essere versata “in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi”. Dovrà inoltre essere prestata “entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico”. Nel caso in cui lo straniero “si allontani indebitamente – prosegue il testo – il prefetto del luogo ove è stata prestata la garanzia finanziaria procede all’escussione della stessa”.

UDS, “NO A LAGER DI STATO A L’AQUILA”

“Negli scorsi giorni su alcune testate locali è stata diffusa una notizia secondo la quale l’ex struttura di Campomizzi, fino a pochi mesi fa dedicata agli alloggi universitari per i fuori sede, sarebbe stata oggetto di alcuni sopralluoghi da parte di incaricati del Governo, con lo scopo di valutare la sua compatibilità nell’ospitare un nuovo CPR (centri di permanenza per il rimpatrio) che, stando alle nuove misure adottate dal Consiglio dei Ministri, vedranno un esponenziale potenziamento, tra cui la loro estensione in ogni regione d’Italia”.





Così in una nota l’Unione degli studenti dell’Aquila.

“Dopo la pubblicazione della notizia, il Sindaco dell’Aquila è prontamente intervenuto smentendo il tutto, insieme a lui anche il Presidente del Consiglio Comunale Robet Santangelo ha dichiarato che neanche l’aeroporto di Preturo (altro luogo dove potrebbe nascere un nuovo CPR) ospiterà tale struttura. Affermazioni che tuttavia non ci soddisfano, in quanto rimangono ancora diversi punti di domanda – si legge nella nota -.  In primis, nonostante la smentita di Biondi, il destino dell’ex Campomizzi è ancora incerto. Dallo scorso luglio, infatti, la struttura è tornata nelle mani dell’Agenzia del Demanio per conto del Ministero della Difesa. Da ormai due mesi, dunque, la città ha perso un importante punto di riferimento per gli studenti universitari che iniziano a lamentare la difficoltà nel trovare alloggi a prezzi accessibili, confermando una crescente crisi abitativa di cui ancora si parla troppo poco. Le risposte dell’amministrazione sono infatti insufficienti, soprattutto sul futuro di Campomizzi che, a detta dello stesso Sindaco, sarà destinata agli delle forze armate e dell’ordine presenti in città in vista di eventuali potenziamenti. Di fatto, quindi, la struttura sembra essere stata totalmente sottratta ad un’intera popolazione universitaria, lasciata sola dall’amministrazione”.

“Il fatto che Campomizzi e l’aeroporto non ospiteranno il CPR, infine, non esclude una sua costruzione in altre zone della città. A farlo capire è stato il  Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio che ha dichiarato pubblicamente che un CPR in regione ci sarà, definendola anche come una “struttura necessaria per velocizzare i rimpatri e gestire meglio il problema dell’immigrazione”. Una notizia che ci colpisce profondamente e che fatichiamo ad accettare. Da sempre, infatti, la nostra organizzazione si batte a livello nazionale contro i CPR, strutture di detenzione dove centinaia di migranti, in attesa del proprio rimpatrio (per cui spesso passano anche svariati mesi) vivono in condizioni igienico sanitarie precarie, subendo quotidianamente violenze fisiche e psicologiche. I CPR rappresentano, di fatto, veri e propri luoghi di tortura legalizzati di fronte i quali abbiamo il dovere di opporci. Anche in Abruzzo, quindi, daremo il via ad una battaglia contro questo strumento di repressione, una battaglia che porteremo avanti convintamente, auspicando di ottenere l’appoggio di altre associazioni e realtà della nostra regione. L’appello è chiaro: mobilitiamoci per dire NO ai lager di Stato”, conclude la nota.

SINISTRA ITALIANA, “GESTIONE MIGRANTI, CENTRODESTRA INADEGATO”

“Ultima nel repertorio meloniano del “come far credere si governi un paese” l’idea sia di incrementare il numero dei CPR (centri di permanenza per il rimpatrio) sia di aumentare i mesi di detenzione presso gli stessi. Il ricorso ai CPR è una misura inutile per contrastare il fenomeno migratorio, se quello era l’intento, perché il numero di rimpatri è minimo rispetto al numero di arrivi non essendoci accordi politici con gli stati di provenienza: nei primi 7 mesi del 2023 sono sbarcate 89.158 persone a fronte di  soli 2.561 rimpatri.

Così in una nota Fabrizio Giustizieri e Pierluigi Iannarelli del Circolo Sinistra Italiana L’Aquila

“I CPR sono inoltre luoghi di detenzione dove si può essere rinchiusi per la violazione di una disposizione amministrativa e secondo le nuove norme si rischia di rimanervi dentro fino ad un anno e mezzo. Ma la vera vergogna sono i 5mila euro per il richiedente asilo che voglia evitare il centro di trattenimento. Non ce la fanno, è più forte di loro: anche la richiesta di asilo diventa una questione di censo. Chi può permetterselo pagherà 5000 euro per evitare di finire in un centro per il rimpatrio mentre analizzano la sua pratica; per i poveri cristi che posseggono solo quello che hanno indosso invece si possono aprire le porte dei centri, dove spesso si dorme per terra e manca tutto. Crediamo che questa misura, pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale sia oscena e incommentabile”.

“Dicevano di voler dare la caccia agli scafisti in tutto il globo terracqueo e invece si comportano come loro  – conclude la nota -. A L’Aquila, collegio elettorale del Presidente Meloni nonché di due sconosciuti deputati di Fratelli d’Italia tali Fabio Roscani e Rachele Silvestri, persone che probabilmente non hanno mai più rimesso piede in città, pare si stia cercando un posto idoneo dove localizzare un famigerato CPR. Malgrado le smentite del sindaco Biondi fa pensare che si facciano dei sopralluoghi nella caserma Campomizzi e, soprattutto, irrita ricordare che non più di due mesi fa da quella stessa caserma sono stati “sfrattati” gli studenti universitari meritevoli che non potevano permettersi di pagare un affitto. Triste constatare che, grazie al centrodestra al governo, oggi si preferisce danneggiare chi studia con merito per aprire propagandistici centri di permanenza, non solo inutili ma dannosi sia per chi ne viene rinchiuso sia per la cittadinanza tutta: quando si crea emarginazione il danno è infatti sia per gli emarginati che per chi vive vicino alle zone di tale emarginazione”.

 

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