SPIAGGE ABRUZZO: LEGAMBIENTE, “AUMENTA L’EROSIONE, URGENTE LO STOP A CEMENTIFICAZIONE”

25 Luglio 2023 15:46

Regione - Cronaca

PESCARA  – Presentato il “Rapporto Spiagge 2023 di Legambiente: La situazione e i cambiamenti in corso nelle aree costiere italiane”, con un focus di approfondimento sulla situazione abruzzese.

A fare il punto è stato il presidente di Legambiente Pescara Silvia Tauro che ha tracciato un quadro non proprio idilliaco.





“Dal 2010 al 2023 il quadro del cambiamento delle coste in questi 13 anni ci dice che l’Abruzzo è tra le dieci regioni che hanno subito di più il quadro negativo del cambiamento costiero considerando l’impatto che hanno avuto il cambiamento climatico, l’erosione e l’impatto antropico generati dalle necessità economiche del turismo e delle altre attività produttive. Mentre i fenomeni climatici estremi colpiscono sempre più le nostre coste con una incidenza molto forte su Pescara e Montesilvano che sono i comuni costieri più grandi e con quindi con maggiori esigenze progettuali e urbanistico, d’altro canto c’è un aumento dell’impatto erosivo con una forte pressione su quelle che sono considerate aree di esondazione fluviale come le foci del Tronto, del Pescara e del Sangro”.

“Dobbiamo poi considerare – spiega Silvia Tauro – che in Abruzzo abbiamo 105 km di coste basse che per il 48% è occupato da concessioni demaniali e quindi legate a Stabilimenti balneari, circoli sportivi e campeggi ovvero ad un uso vincolato ed economico del territorio. Una gestione sempre più fruibile e democratica delle coste oggi di fatto risulta interdetta e quindi occorre intervenire su più fronti e in particolare sull’approvazione finalmente del piano nazionale di adattamento climatico in particolare delle coste dove si sta intervenendo con le Regioni in maniera disomogenea e poi bisogna sbloccare la legge del consumo di suolo che influisce pesantemente sulle nostre coste con un consumo di suolo costiero che in Abruzzo rappresenta il 20% del consumo di suolo totale”.





“Bisogna intervenire per ripristinare la legalità nelle nostre coste e quindi – aggiunge il presidente provinciale di Legambiente Pescara – bisogna intervenire sulla depurazione, sull’inquinamento e sulla cementificazione e finalmente sul rinnovo delle concessioni, tenendo presente che solo in questi giorni siano arrivati ad una deliberazione ufficiale e quindi istituzionale delle concessioni demaniali, tenendo conto che la non applicazione della normativa Bolkestein si è rivelata controproducente per gli stessi operatori”.

Il presidente regionale Giuseppe Di Marco ha poi aggiunto che “occorre più che mai un cambio di passo. Non possiamo immaginare di gestire il nostro territorio sia a livello regionale che nazionale a livello di ordinaria amministrazione. Stiamo affrontando una vera e propria emergenza climatica e quindi va chiuso a livello nazionale l’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Bisogna poi superare la logica dell’emergenza e degli interventi invasivi con opere rigide per la difesa delle coste dall’erosione, che hanno risolto poco e solo temporaneamente i problemi locali e adottare misure di adattamento per ridurre il rischio di inondazioni nelle zone costiere (come, ad esempio, interventi di rinaturalizzazione delle coste, ricostituendo le fasce dunali e zone umide e paludose). Approvare la legge sullo stop al consumo di suolo che il Paese aspetta da 11 anni, garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge, definendo un quadro chiaro di obiettivi da rispettare, valido in tutta Italia, con almeno il 50% delle spiagge in ogni Comune lasciato alla libera e gratuita fruizione. E bisogna premiare la qualità dell’offerta nelle spiagge in concessione, fermando la cementificazione delle spiagge”.

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