PESCARA – “Leggo che qualche amministratore regionale, forse ancora ebbro per la sbornia elettorale, si vuole intestare la soluzione del caso delle pluriclassi di Caramanico Terme e Castelvecchio Subequo. In realtà la soluzione l’ha trovata il direttore regionale scolastico del ministero, e non poteva che essere lo specifico ufficio titolare della competenza a risolvere il problema, dopo la sollevazione dei territori a difesa del diritto fondamentale all’educazione e all’insegnamento, in coerenza con il dettato delle leggi e della carta costituzionale”.
A evidenziarlo è il deputato Luciano D’Alfonso, del Pd, in riferimento alle note del neo assessore Roberto Santangelo, di Forza Italia, che annunciavano che non sarebbero state più accorpate, grazie ad una deroga, le classi delle scuole di Castelvecchio Subequo e Caramanico terme.
“Il grazie va detto alle famiglie, agli studenti, ai sindaci della montagna abruzzese e anche ai vertici territoriali del ministero dell’Istruzione. La giunta regionale ha fatto da semplice spettatrice non pagante, e ora cerca di vantare un ruolo nella vicenda. Ruolo che, ovviamente, non esiste”.
“Per chi, poi, definisce ‘speculazione’ il legittimo interesse delle opposizioni a una soluzione positiva della vicenda, c’è una sola parola: pena. L’invito è a verificare se ci siano altre situazioni simili o che rischiano di diventare tali, poiché non ci si deve attivare dopo le proteste ma in presenza delle condizioni di rischio. Ai portatori di interesse legittimo – genitori, studenti, sindaci e opposizioni – è consentito manifestare; al contrario, ai titolari delle funzioni di amministrazione attiva è imposto di anticipare e non di andare al seguito. Questa è la grammatica istituzionale. Quello che avviene dopo è attività di gommisti riparatori o di comunicatori costosissimi”.
Download in PDF©