REGIONALI: STOP TRANSUMANZA DAI PARTITI? GIULIANTE, “L’UDC NON ACCETTA VETI”

2 Ottobre 2023 16:47

Regione - Politica

L’AQUILA – La campagna elettorale entra nel vivo in Abruzzo, in vista delle prossime regionali in programma a marzo, e a tenere banco negli ultimi giorni è il tema dei cambi di casacca, questione che agita tanto il centrosinistra quanto il centrodestra che guida la Regione e sulla questione interviene l’Udc, per voce del neo portavoce Gianfranco Giuliante, che avverte subito alleati e sfidanti: “Noi non accettiamo veti”.

Se da un lato Giuliante – già assessore regionale del Pdl, ex leghista ed ex presidente della società regionale dei trasporti Tua, poi coordinatore di  “Futur-A confederazione plurale” – risponde direttamente al deputato Pd Luciano D’Alfonso che ha parlato di “transumanza da un partito all’altro”, in parte avallando il monito di Francesco De Santis, portavoce della Lega Abruzzo nonché assessore all’Urbanistica del Comune dell’Aquila, dall’altro non manca di togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo l’addio al carroccio nel 2021, quando è arrivato ai ferri corti con l’aquilano come lui Luigi D’Eramo, sottosegretario Masaf e coordinatore regionale.

Ad aprire il caso lo stesso De Santis: “La nostra non è una provocazione: nessun assessore che ha tradito l’elettorato e il partito che lo ha designato in quell’importante ruolo deve essere candidato nelle liste del centrodestra alle elezioni regionali del marzo prossimo. Il nostro movimento basa il suo impegno su valori irrinunciabili, primi fra tutti la dignità, la autorevolezza, la coerenza e la credibilità dell’immagine, sia come Lega sia come Centrodestra”.





Il riferimento, non troppo velato, riguarderebbe l’ex assessore regionale leghista Nicola Campitelli, con deleghe all’urbanistica e territorio, energia e rifiuti, che ha lasciato il partito da tempo alle prese con un’emorragia di consiglieri ed amministratori, ma anche l’assessore alla Salute Nicoletta Verì. Entrambi potrebbero passare in quota presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia.

In questo contesto, D’Alfonso, ha quindi osservato: “È bene che i trasformisti non abbiano più destino e ruolo politico nell’ordinamento e nella democrazia abruzzesi. Si tratta di un dibattito nazionale che va calato anche a livello regionale, perché è vergognoso ciò che è accaduto in questa legislatura nella quale, come scambisti in un privè, molti eletti della Lega si sono trasportati in Fratelli d’Italia”.

Da qui l’intervento di Giuliante, il cui passaggio all’Udc, nelle scorse settimane, ha già destato qualche malumore anche all’interno dello stesso partito, con qualche critico arrivato a ricordare il suo passato nei vari partiti della destra per poi approdare al al Terzo Polo, candidandosi alle politiche 2022 all’uninominale al Senato nelle fila del poi naufragato progetto di Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda.





Per il portavoce dell’Udc: “L’acume politico di Luciano D’Alfonso, normalmente, non ha bisogno dell’utile ‘insipienza’ di proposte giuridicamente irricevibili e politicamente inattuabili. Ma se capita ne approfitta, anche quando la sua proposta lo costringe a “sbavature” che normalmente non gli appartengono. Si può ipotizzare che nei primi sei mesi della prossima legislatura si stabilisca una norma che impedisca agli eletti il transito da una lista a un’altra senza che lui (che può!) si sia reso promotore e abbia ottenuto la modifica dell’articolo 67 della Costituzione? Oppure ritiene che ci possa essere dicotomia tra Parlamentare e Consigliere Regionale lasciando il primo senza vincolo di mandato e che al secondo venga imposto un mandato imperativo come previsto nelle costituzioni del Bangladesh e dell’India?”.

“Ciò premesso – aggiunge Giuliante – la sua ipotesi ha perlomeno il pregio di cogliere esigenze generali e non è ridotta al ‘perimetro peloso’ degli ex Assessori. É normale chiedere al Presidente della Regione di prestarsi alla elisione dell’articolo 51 della Costituzione che tutela l’elettorato passivo impedendo a chi ne ha diritto di candidarsi dove ritiene più opportuno peraltro alla fine di un mandato?”.

Quindi il riferimento al carroccio: “E se il sacro fuoco dell’etica e della coerenza arde così forte nei cuori leghisti perché non chiedere qui e ora la rimozione dalla Giunta dell’ex esponente leghista mentre si preferisce rimandare a tra sei mesi la punizione chiedendo ad altri di infliggerla? Forse per problemi legati alla surroga? E se il presidente Marsilio rispondesse che per i ‘trasformisti’ intende utilizzare il metodo D’Eramo che ha accolto in Abruzzo nel gruppo Lega un Parlamentare eletto nel Movimento 5 Stelle, lo ha fatto dirigente di Partito e lo ha candidato alle successive elezioni nella lista Lega cosa gli si potrebbe rispondere? La verità è più semplice…si parla a nuora affinché suocera (Verì?) intenda. Intanto l’Udc, per quel che vale, non accetterà sindacati ispettivi sulle proprie liste e candiderà chi vuole a prescindere”, chiosa Giuliante.

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